Moldova, a Congresso i filo russi della Transnistria per “possibile richiesta adesione a Mosca”

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I rappresentanti filorussi della Transnistria si riuniscono per una sessione straordinaria del Congresso proprio mentre, di nuovo, sale la tensione con il governo della Moldova sui dazi doganali e per un possibile intervento più o meno ibrido delle forze di Mosca nella regione indipendentista della Moldova a ridosso dell’Ucraina. L’esponente politico locale, ex ministro della Comunicazione, Gennadi Chorba ha anticipato nei giorni scorsi che “molto probabilmente”, alla vigilia del discorso di Vladimir Putin sullo stato della nazione, all’Assemblea federale, i ‘deputati’ chiederanno di poter aderire alla Russia.

La Transnistria è di fatto indipendente dall’inizio degli anni Novanta. Ma i militari russi, inviati nel 1992 come forza di pace, sono solo 1.500. E’ quello di oggi solo la settima riunione del Congresso dei deputati locali di tutti i livelli della sua storia. L’ultimo risale al 2006, quando i delegati annunciarono un referendum per l’integrazione della regione alla Russia che si concluse con la vittoria schiacciante del sì, risultato che Chorba ha di nuovo citato. L’agenda della riunione straordinaria di oggi, convocata dal ‘Presidente’ della regione Vadim Krasnoselsky prevede una discussione della situazione politica e socio economica nel quadro di quelle che descrivono come “pressioni” della Moldova sempre più vicina all’Unione europea.

La Transnistria politicamente orientata verso Mosca deve però fare i conti anche con la sua parte ucraina, sottolinea uno studio del Center for European Policy Analysis di Washington: nella regione si parla ufficialmente l’ucraino e il poeta nazionale ucraino Taras Shevchenko presta il nome all’arteria principale di Tiraspol, così come alle banconote da 50 rubli e un suo busto si trova di fronte alla scuola ucraina fra il Soviet e il Palazzo presidenziale.

Dall’ultimo censimento, nel 2015, risulta che i russi sono leggermente di più degli ucraini e dei moldavi. E Mosca negli ultimi anni ha generosamente distribuito passaporti (200mila, su una popolazione di 470mila persone). Ma l’arrivo anche in Transnistria di profughi ucraini e l’emigrazione di russofoni con passaporto russo, che hanno trovato in Russia condizioni migliori, potrebbe aver reso la comunità ucraina la maggioranza della regione che si dice filorussa. La Russia coltiva il sostegno con forniture di gas gratuite. (Adnkronos)

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